IL MUTISMO SELETTIVO:
CARATTERISTICHE E OBIETTIVI TERAPEUTICI
“Mio figlio a casa parla tantissimo e con un linguaggio fluente..mentre a scuola e in altre situazioni rimane muto come un pesce”.
In questo e in altri casi simili è possibile che ci si trovi di fronte a un disturbo definito Mutismo Selettivo.
Partiamo da una breve definizione: il mutismo selettivo è quella condizione per cui un bambino smette di parlare con determinate persone e in determinate situazioni.
E’ necessario e indispensabile escludere che il mutismo sia conseguente ad altri problemi dello sviluppo come ad esempio l’autismo, un ritardo intellettivo, balbuzie o alcune malattie organiche, come la sordità (Bissoli, 2007).
L’età di insorgenza si colloca tipicamente tra i 3 e i 6 anni (Schwarts et al., 2006), anche se il disturbo è identificato come tale in età scolare trai 6 e gli 8 anni (Vecchio e Kearney 2006, Steinhausen et al., 2006, Sloan 2007). Il Mutismo Selettivo sembra essere un disturbo tendenzialmente raro (0.75/1%) che si manifesta maggiormente tre le bambine rispetto ai bambini (2:1) (Elizur e Perednik 2003, Cunningham et al 2006). Essendo un disturbo raro ha purtroppo attirato poco l’attenzione di studiosi e ricercatori e questo rischia di far sottovalutare e sottostimare il disagio che effettivamente può causare in un bambino
COME SI SVILUPPA IL MUTISMO SELETTIVO?
Il mutismo selettivo sembra derivare da numerosi fattori (Sharon et al. 2006, Freeman et al 2004); l’interazione e l’intrecciarsi di molteplici variabili biologiche, socio-culturali e familiari può costituire terreno fertile e predisporre il bambino a manifestare il disturbo (Bissoli 2007).
Le caratteristiche temperamentali più tipiche sembrano essere l’ansia, la timidezza, la diffidenza e la riservatezza (Capozzi et al 2001).
Inoltre sembra frequente la presenza di una storia personale di entrambi i genitori connotata da disturbi d’ansia o fobia sociale. Questo contesto familiare può creare una predisposizione ad un temperamento particolarmente timido e ansioso che può portare allo sviluppo della sintomatologia del Mutismo Selettivo (Dow et al. 1995, Sloan 2007).
QUALI POSSONO ESSERE GLI OBIETTIVI TERAPEUTICI?
Il Mutismo Selettivo può causare un grande disagio nei bambini, che faticano a creare relazioni significative con gli altri ed affrontano le situazioni con forte ansia.
Il consulto con uno specialista può essere un valido aiuto sia per i piccoli sia per i loro genitori, che spesso si trovano in difficoltà a gestire questo disturbo.
Qui di seguito proviamo a descrivere brevemente gli obiettivi terapeutici che solitamente ci prefiguriamo
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instaurare una relazione terapeutica sicura e funzionale con il bambino, basata il più possibile sulla fiducia e l’accettazione;
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aiutare il bambino a comunicare verbalmente riducendo parallelamente l’ansia sociale. L’avvicinamento alla produzione verbale deve avvenire in modo graduale e senza stress per il bambino. Questo può essere fatto attraverso giochi di ruolo;
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potenziare la comunicazione non-verbale, in modo da rendere il bambino in grado di avere uno scambio con gli altri che sia efficace;
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riconoscere ed esprimere le emozioni, permettendo al bambino di individuare le emozioni in sé e negli altri. Questo lo aiuterà a comprendere quali siano i differenti modi di reagire e valutare quale sia il più funzionale;
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generalizzare la produzione linguistica,
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psicoeducazione ai genitori. Questo aspetto è fondamentale in quanto permette ai genitori di comprendere quali siano le cause delle difficoltà del figlio e mettersi in gioco per modificare determinate variabili che tendono a perpetuare o addirittura peggiorare il problema. Coinvolgere il più possibile i genitori consente di generalizzare e potenziare i risultati ottenuti.
Se pensi che il tuo bambino possa avere queste difficoltà non esitare a contattarci, anche solo per un colloquio informativo e conoscitivo.
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